Dico una banalità: si impara a vincere....vincendo. Molte volte si pensa che vincere significhi battere gli avversari, ma vincere è anche superare i propri limiti. Questa, anzi, è la prima vittoria che si deve cercare di ottenere. Quando uno è già adulto e cerca di imparare un nuovo sport, per esempio lo sci, se ci riesce la sua soddisfazione è pari a quella di vincere una partita. Vincere è anche superare delle difficoltà. E questo vale sia nella vita che nello sport. E poi c’è la vittoria sugli avversari. Purtroppo noi viviamo in una società in cui si pretende di assimilare tutta la vita ad un campionato. Come se lo sport fosse un paradigma per tutte le situazioni. Ci dicono: “Sii un campione, mangia la pasta tal dei tali”, “Vinci nella vita, usa la macchina talaltra”. Invece la vita non è un campionato.
Se noi facciamo una bella partita e poi perdiamo per un punto,
Serve imparare a vincere, nel senso che bisogna fare le cose bene, sacrificarsi, essere efficienti, dare importanza alle cose decisive e anche a quelle meno decisive, quando la posta in gioco è alta. Ma serve anche imparare a perdere. Chi fa sport sa che non si può vincere sempre. L’eccezione è vincere sempre, la norma è un’alternanza tra vittorie e sconfitte. Cercare di vincere il più possibile, ma non credete a quelli che vi dicono che il mondo si divide tra vincenti e perdenti. Il mondo, secondo me, si divide soprattutto tra brave e cattive persone. Perlomeno questa è la divisione più importante. Poi, tra le cattive persone ci sono anche dei vincenti, purtroppo. E tra le brave persone, purtroppo, ci sono anche dei perdenti.