giovedì 19 maggio 2011

censura


Per censura si intende il controllo della comunicazione o di altre forme di libertà (libertà di espressione, di pensiero, di parola) da parte di una autorità.

Nella maggior parte dei casi si intende che tale controllo sia applicato all'ambito della comunicazione pubblica, per esempio quella per mezzo della stampa o altri mezzi di comunicazione di massa; ma si può anche riferire al controllo dell'espressione dei singoli.

tempo


Tempo

Tempo
Comunque vadano le cose lui passa
E se ne frega se qualcuno è in ritardo
Puoi chiamarlo bastardo ma intanto è già andato
E fino adesso niente lo ho mai fermato
E tuttalpiù forse lo hai misurato
Con i tuoi orologi di ogni marca e modello
Ma tanto il tempo resta sempre lui quello
L'unica cosa che ci è data di fare
É avere il tempo da poter organizzare
Sì, da organizzare, da dividere in passi
Cassa rullante e la mia voce di passi bassi, medi e alti
Per fare salti, per far ballare il pubblico sugli spalti

E non m'annoio
E no che non m'annoio, non m'annoio
Io no che non m'annoio, non m'annoio
No che non m'annoio, no che non m'annoio

Tempo
Centonove battute al minuto
Quando finisce forse ti sarà piaciuto
La chiave per capire questo genere di suono
Che a molte orecchie può sembrare frastuono
E liberare la tua parte migliore
Chiudere gli occhi e aprire bene il cuore
Che non c'è musica che vale di più
Di quella musica che vuoi sentire tu

E non mi stanco
E no che non mi stanco, non mi stanco
Io no che non mi stanco, non mi stanco
No che non mi stanco, no che non mi stanco

Sono passate mille generazioni
Dai rock, ai miti, ai punk, ai cappelloni
I metallari, i paninari e i sorcini
E ogni volta gli stessi casini
Perché i ragazzi non si fanno vedere
Sono sfuggenti come le pantere
Quando li cattura una definizione
Il mondo è pronto a una nuova generazione

E non m'annoio
E no che non m'annoio, non m'annoio
Io no che non m'annoio, non m'annoio
No che non m'annoio, no che non m'annoio

Tempo
Prezioso

Conosco

ho sceso milioni di scale dandoti il braccio


“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora, né più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.

Con te le ho scese perché sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,

erano le tue. ” (Eugenio Montale)